Comitato A.R.C.A. - La pedemontana Rivive!

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Pordenone sta diventando un "Comune virtuoso"

Nel 2005, alcuni Comuni del Nord Italia hanno condiviso le proprie esperienze e i propri saperi, dando vita a un'associazione dei "Comuni Virtuosi". Si tratta di Comuni che amano il loro territorio, che hanno a cuore la salute, la felicità e le prospettive dei propri cittadini e adottano delle pratiche di buona amministrazione ispirate alla sostenibilità ambientale, alla partecipazione dei cittadini e al cambiamento dal basso.

In questa direzione ci pare si stia lodevolmente dirigendo anche l'amministrazione comunale di Pordenone che, oltre all'iniziativa Pordenone più facile - serie di incontri con la cittadinanza per affrontare questioni quali sostenibilità, mobilità, accoglienza, resilienza e trasparenza - ha dichiarato di voler andare verso la predisposizione di un Piano Regolatore a metri cubi zero, o addirittura con saldo negativo (articolo).

emisferoDopo le selvagge colate di cemento degli ultimi decenni, che hanno regalato immensi centri commerciali e sterminati parcheggi, è sotto gli occhi di tutti questo deludente risultato: l’economia nazionale e quella regionale sono sempre più depresse a fronte di un consumo della preziosissima risorsa rappresentata dal territorio, consumo che è insostenibile a questi ritmi, anche a breve termine; cioè sono state dilapidate le nostre terre, investendo in attività poco redditizie per la collettività ed è ora di cambiare decisamente rotta.

Pordenone dimostra quindi la sua lungimiranza guardando anche fuori dal proprio orticello e considerando opere che, pur essendo non direttamente interferenti col territorio comunale, renderebbero più poveri anche i cittadini pordenonesi: con la realizzazione dell'autostrada CimSeGe infatti anche loro, come tutti, perderebbero una delle poche zone ancora integre della Regione.

stemma-comune-PNsimbolo ARCASul progetto autostradale CimSeGe non si interrogano quindi solo le genti delle valli e sempre più persone cominciano a dubitare dell'utilità dell'opera.  La discussione infatti è approdata anche in Consiglio Comunale a Pordenone dove, dopo tre ore e mezza di discussione, è stata approva una mozione, promossa da Gianni Zanolin della lista civica Il Ponte, che rimette in discussione l'attuale progetto - visto l'impatto che avrebbe su ambiente e paesaggio in una delle zone più belle e meglio conservate del Friuli -, chiede alla Regione che il progetto di raccordo autostradale venga cassato e mai più riproposto e che vengano concordate, con le varie amministrazioni comunali interessate, misure per la viabilità locale a bassissimo impatto ambientale e paesaggistico. È evidente che la contrarietà della popolazione pedemonatna non può più essere classificata e liquidata come questione di Nimby.

Di fatto, le offerte di gara presentate da due Associazioni temporanee d'impresa per la realizzazione della CimSeGe sono da quasi venti mesi al vaglio della commissione tecnica e anche la percorribilità della strada del project financing appare sempre più in discussione.

pedemontanabasta-centri-commercialiÈ tempo di capire, e fortunatamente pare che anche la maggior parte del Consiglio Comunale di Pordenone lo abbia fatto,  che i danni al paesaggio e all'ambiente colpiscono tutti, sia la cittadinanza nel suo insieme che i singoli individui. Non è quindi fuori luogo prendere la parola, in quanto cittadini, quando intorno a noi "una minoranza senza principi distrugge un patrimonio che appartiene alle generazioni che verranno" (Theodore Roosevelt)! È legittima difesa della propria salute e del proprio benessere psico-fisico, è la difesa del pubblico interesse in quanto all'utile economico immediato di pochi si contrappone un danno economico meno immediato ma assai maggiore, come il dissesto idrogeologico, o le malattie dovute all'inquinamento ambientale*. Perciò opporsi a opere inutili per la popolazione e dannose per l'ambiente e chi ci vive ha una marcata utilità economica e sociale, è un investimento di lungo periodo per l'intera collettività.

Azione popolare significa, insomma, non sentirsi più fuori luogo, riconquistare per sé un pieno diritto di cittadinanza, in nome della moralità, della legalità, della storia e del diritto. Nella colpevole inerzia o sostegno di troppi politici, resta un soggetto che puó e deve formulare questi pensieri e questi progetti, lavorando per tradurli in realtà. Noi, i cittadini.* Ma se ci sono anche dei politici a condividere e supportare le istanze dei cittadini, e non solo quelle dei loro elettori, forse c'è ancora speranza.
 
 
*Tratto dal libro di Salvatore Settis, Paesaggio, costituzione, cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile, 2010 Einaudi, pagg. 289 e 313