Incontro con Salvatore Settis - Resoconto
All'incontro con il professor Salvatore Settis, organizzato dal Comitato A.R.C.A., in collaborazione con il Comune e l'Università degli Studi di Udine, hanno partecipato tra le 150 e le 200 persone.
Il Comitato si è prodigato nel contattare il noto archeologo e nell'organizzare la sua venuta a Udine in quanto da molto tempo lo studioso è impegnato nella salvaguardia del territorio e del paesaggio non in qualità di ambientalista - figura le cui idee spesso non vengono considerate perché ritenute di parte - ma di studioso e storico dell'arte.
"II paesaggio è il grande malato d'Italia. Quello che fu il Bel Paese fa scempio di se stesso, è sommerso dal cemento.
Che cosa sta succedendo agli italiani, che cosa ci acceca?
I danni al paesaggio ci colpiscono tutti come individui e come collettività. Uccidono la memoria storica, feriscono la nostra salute fisica e mentale offendono i diritti delle generazioni future.
L’ambiente è devastato impunemente ogni giorno, il pubblico interesse calpestato per il profitto di pochi.
La qualità del paesaggio e dell’ambiente non sono un lusso, sono una necessità, sono il miglior investimento sul nostro futuro.
Non può essere svenduta a nessun prezzo.
[...] l’apatia dei cittadini è la migliore alleata dei predatori senza scrupoli".
Nella relazione del prof. Settis, ha suscitato poi un particolare interesse l´excursus normativo sulla tutela del paesaggio
- 1909 - Legge Rosadi, legge di tutela che limita i diritti di proprietà privata, dando preminenza al bene pubblico
- 1920 - Legge Croce, prima legge di tutela del paesaggio, che sottolinea il rapporto tra natura e cultura, è preceduta da una relazione introduttiva "Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico", presentata da Croce al Senato il 25 settembre 1920; il ministro cita la celebre formula secondo cui il paesaggio è "il volto amato della Patria", formula attribuita a Ruskin, riconosciuto come il vero iniziatore del movimento europeo in difesa della natura e del paesaggio
- 1939 - Leggi Bottai sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico (L. 1089/39) e sulla protezione delle bellezze naturali (L. 1497/39), con questa legge il concetto di paesaggio viene definitivamente incluso nel patrimonio nazionale
- 1948 - costituzionalizzazione delle due Leggi Bottai che vengono riassunte dal comma 2 dell´articolo 9 della Costituzione "La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"
- 1974 - si istituisce il Ministero per i beni culturali e per l´ambiente a cui vengono conferite le competenze di tutela, valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale del Paese.
Il prof. Settis cita pure il discorso di Piero Calamandrei del 26 gennaio 1955 in occasione dell´inaugurazione di un ciclo di conferenze sulla Costituzione italiana per illustrare, in modo accessibile a tutti, i principi morali e giuridici che stanno a fondamento della Carta costituzionale, ancora incompiuta in quanto "[...] la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!".
Quindi sottolinea l´eccesso di proliferazione di leggi, spesso incoerenti, e la necessità di una ricomposizione normativa in quanto le competenze su paesaggio, territorio (tutelati agli artt. 9 e 187 della Costituzione) e ambiente sono rispettivamente dello Stato, delle Regioni e a competenza mista, generando di fatto dei vuoti che favoriscono lo scempio di quello che veniva chiamato "Bel Paese".
L´intervento del prof. Settis si conclude con un´amara considerazione in quanto nessun partito politico ha fatto del tema della tutela dell´ambiente e del territorio il proprio cavallo di battaglia, pur non escludendo che i singoli lo abbiamo a cuore. Ciononostante i cittadini dimostrano una crescente consapevolezza dell´importanza del Bene comune e la cultura del Bene comune deve influenzare la politica (come per altro recita la Costituzione all´art.1 la sovranità appartiene al popolo).
Settis ricorda che la Costituzione è il manifesto del Bene comune e non un servaggio alle imprese e agli appetiti di pochi e per questo il territorio italiano, sempre più fragile, va messo in sicurezza anche per le generazioni future.