DdL "salva-suolo": bravo, ministro Catania! Ma sarà vero?
Finalmente una buona notizia! Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il disegno di legge sulla valorizzazione delle aree agricole e contro il consumo del suolo. Finalmente anche l'Italia cerca di mettersi in linea con le normative dei Paesi Europei più avanzati, finalmente la riforma che il nostro Paese aspetta da tanto, troppo tempo.
Incoraggiante anche il fatto che la proposta del ministro delle Politiche Agricole Mario Catania sia stata condivisa dal ministro per i Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi e da tutto il Governo, segno che si comincia a guardare al futuro e non, come si è fatto finora, soltanto all'oggi. Il disegno di legge ha tre grandi punti di forza:
- impone un tetto massimo alla superficie agricola edificabile (negli ultimi 40 anni è stato cementificato il 28% del suolo, attualmente vengono distrutti 75 ettari di terreno fertile al giorno ma alcuni sostengono siano addirittura 130 ettari al giorno)
- cancella la disposizione che permette ai Comuni di coprire le spese con gli oneri di urbanizzazione (nel tentativo di fare cassa i comuni svendono il proprio territorio ma molte volte i costi per realizzare le infrastrutture -, strade, fognature, acquedotti - superano gli oneri di urbanizzazione)
- prevede un vincolo decennale di destinazione d'uso per i terreni agricoli che hanno ricevuto sovvenzioni comunitarie o statali.
Salvaguardare il suolo non significa necessariamente penalizzare il settore edilizio, infatti ci sono edifici civili, beni architettonici e naturali da ristrutturare, riqualificare, mettere in sicurezza. La storia è ciclica, lasciamo asfalto, cemento e industrializzazione pesante a quei paesi che oggi si trovano nelle condizioni in cui noi eravamo 100 anni fa, quella fase è passata per noi.

Il ministro Catania ha dunque dimostrato coraggio e lungimiranza presentando questo Ddl. Ci auguriamo che dalla Conferenza Unificata giunga un parere favorevole sul medesimo e che l'approvazione della riforma arrivi entro la fine di questa legislatura.
Ma sarà vero?... Infatti, non c'è da stare molto allegri se assieme a questa notizia ne arriva un'altra che ha dell'incredibile: il ritorno della "legge stadi"!
Ma come: ci si dice di voler salvaguardare un bene prezioso come il suolo fertile, e contemporaneamente si apre ulteriormente alla cementificazione selvaggia? Un comma di questa legge sciagurata recita: "Il progetto per la realizzazione di complessi multifunzionali può prevedere ambiti da destinare ad attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali". È chiaro perciò che questo provvedimento non è pensato per le squadre di calcio ma per chi vuole realizzare speculazioni edilizie. Perché altrimenti prevedere che si possano realizzare case e alberghi, centri commerciali e uffici? E senza neanche una scadenza legata a un avvenimento sportivo, per cui varrà per sempre come procedura speciale, permettendo in pochi mesi di rendere edificabili terreni agricoli e persino, con alcune forzature, aree vincolate**!
Ma purtroppo al peggio non c'è limite. È notizia di questi giorni infatti il varo del Ddl Semplificazioni secondo cui varrá il silenzio assenso anche per costruire in aree con vincoli ambientali e paesaggistici. Questo è un attacco all'ambiente senza precedenti perché, considerati i tagli fatti in questi anni e lo stato in cui versano le Soprintendenze, è del tutto evidente che le amministrazioni preposte alla tutela del vincolo nella stragrande maggioranza dei casi non saranno in grado di rispondere alle richieste entro i 45 giorni previsti. E come se non bastasse nel testo presentato si va contro al principio europeo "chi inquina paga". Ma la chicca finale è che i decreti della VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) non verranno più pubblicati in Gazzetta Ufficiale, ma solo sul sito dell'Istituzione competente, il che significa che sarà molto più difficile impugnarla.
Strade, capannoni, tralicci, discariche, villette continuano a sepellire sempre più il territorio del nostro Paese producendo danni gravi: è stato alterato il ciclo idrico rendendo i fiumi meno governabili, sono stati resi più instabili terreni già franosi, è stato sfregiato il paesaggio, indebolita la macchina turistica, ridotta la possibilità di catturare anidride carbonica, menomata l'indipendenza dal punto di vista della produzione alimentare.
Questa assurda schizofrenia normativa, non è certo a favore dei cittadini che anzi, si suppone ci si perdano, va invece a vantaggio dei soliti speculatori che approfittano delle leggi "giuste" per trarne enormi guadagni a spese della collettività.