Comitato A.R.C.A. - La pedemontana Rivive!

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 Come vorremmo essere considerati?

Sempre più spesso il nome del nostro paese, uno degli otto più industrializzati al mondo, si trova vicino a paesi che ci paiono in tutto diversi da noi.

Siamo al 69° posto nella classifica del paesi più corrotti assieme a Samoa e Ghana, la nostra crescita è superiore solo a quella di Haiti, siamo all'ultimo posto in fatto di penetrazione della banda larga in Europa…

Leggendo i giornali però ci si accorge che l'Italia assomiglia a paesi lontani anche nel tipo di proteste che la popolazione deve porre in atto per difendere il proprio territorio da speculazioni di grandi imprese che mascherano opere inutili o addirittura dannose col miraggio del progresso.indios Getty images, Il Post

Navigando in rete infatti ci si rende conto che le associazioni che cercano di fermare la selvaggia cementificazione del territorio sono sempre più numerose. Si tratta di persone impazzite o forse pensano al futuro proprio e dei propri figli? La violenza con cui vengono trattate, fortunatamente, non è quasi mai fisica come invece purtroppo accade in altre parti del mondo ma certo c'è. Non veniamo ridotti alla fame come sta accadendo a un villaggio in Cina che si oppone alla vendita di ettari di terreno fertile a una multinazionale per costruire case, non ci sono repressioni della polizia come accade agli indigeni in Bolivia che protestano contro la costruzione di un'autostrada ma certo veniamo, quando va bene, presentati dalla stampa come dei trogloditi che si oppongono al progresso e allo sviluppo.

Anche in Francia o Spagna ci sono, ma sono pochi, movimenti di protesta contro il consumo di territorio ma, guardando ad altri paesi europei, con situazioni economiche nettamente migliori delle nostre, ci si accorge che questo tipo di protesta non c'è. E questo non perché i cittadini tacciono ma perché le politiche dei loro governi sono di per sé a favore della tutela del territorio, della riconversione piuttosto che di nuove costruzioni, del potenziamento della rotaia piuttosto che di nuove strade. Perché questa miopia della classe dirigente italiana? Perché questo cannibalismo verso il proprio territorio? Perché questa supponenza di fronte a chi invece lo vuole difendere?

Gradiscadisonzo4In realtà ciascuno dovrebbe avere il diritto di manifestare le proprie idee non solo perché nel nostro paese dovrebbe esserci libertà d'espressione ma anche perché in quanto cittadino il suolo italiano gli appartiene e quindi deve poter dire la sua altrimenti sarebbe come se un socio di un’azienda la vendesse senza dire niente agli altri soci.

Gli amministratori svendono il territorio, lo lasciano devastare da infrastrutture spesso inutili nel miraggio di una qualche compensazione che mai potrà ripagare quello che si è perso perché sarà perso per sempre.

Perché è così difficile far comprendere che, per un paese industrializzato e ricco di beni architettonici e naturali come il nostro, la crescita non passa più attraverso il cemento e l'asfalto ma attraverso la salvaguardia di ciò che abbiamo, attraverso la tecnologia, attraverso il web? La crescita per un paese avanzato, come ci piace essere definiti, dovrebbe puntare sulla crescita di beni fondamentali come qualità della vita, salubrità dell'ambiente, crescita della conoscenza.