Comitato A.R.C.A. - La pedemontana Rivive!

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La GemSeCi più rischiosa della BreBeMi

BreBeMiLe recenti vicende legate all’autostrada BreBeMi (Brescia-Bergamo-Milano) sembrano prefigurare il futuro incombente sulle teste degli abitanti della pedemontana friulana. L’anno prossimo potrebbe essere decisivo per l’avvio di una colossale serie di cantieri, i quali da Cimpello a Gemona impegneranno per un quinquennio il nostro Friuli con un enorme consumo di territorio e una spesa di quasi un miliardo di euro: investimento che, come per la BreBeMi, sarà fatto da privati, i quali sicuramente ci guadagneranno, con le spalle coperte però da una forte garanzia di capitali pubblici dei cittadini (vedi Cassa Depositi e Prestiti), che potrebbero anche rimetterci se l’enorme mole di traffico prevista non s’incanalerà nella futura costosissima autostrada (5 euro da Sequals a Pordenone). Come la BreBeMi è attualmente considerata non indispensabile a fronte della quarta corsia sulla Serenissima, così non si capisce da dove giungerebbero i volumi di veicoli necessari a giustificare la costruzione della Gemona-Sequals-Cimpello, per raggiungere i quali il traffico sulla Palmanova-Tarvisio dovrebbe quantomeno raddoppiare.

Rispetto alla BreBeMi la "GemSeCi" sarà più svantaggiosa per molte delle comunità che attraverserà devastandone i territori, perché il progetto non prevede svincoli a San Giorgio e in tutto il lungo tratto Osoppo-Sequals.

"Cosa ci sia davvero in quei sei chilometri di cantiere della Brebemi dove l'imprenditore Pierluca Locatelli scaricava i suoi camion, ancora non si sa: veleni, dicono le indagini della Procura di Brescia. Ma per avere dati più precisi bisognerà attendere i risultati delle analisi, i carotaggi che verranno effettuati sotto il controllo della magistratura nei prossimi giorni…", così esordiva Luca Fazzo nell’articolo del Giornale del 24 dicembre scorso; cerchiamo di tenere presente la pericolosità di certe opere faraoniche al di là di considerazioni politicamente orientate, anche alla luce del fatto che i grandi cantieri da sempre destano gli appetiti delle organizzazioni mafiose e ormai è assodato che anche il nostro Friuli sta diventando "terra di conquista", come testimoniano le relazioni del SIULP (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia).

Alberto