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O Vigne o Autostrade

L’intervista che l’assessore all’agricoltura, Violino, ha concesso nei giorni scorsi al Piccolo di Trieste, in relazione alla realizzazione della terza corsia sulla A4, si presta a qualche utile riflessione.
Violino fa alcune affermazioni che è il caso di riportare integralmente.
 
La terza corsia è un’opera al momento azzardata per il Friuli Venezia Giulia… rischia di mettere in ginocchio la Regione per decenni.
La questione delle infrastrutture sta diventando pesantissima. Dal punto di vista politico e di prospettiva per il FVG.
Faccio notare che, davanti a una crisi economica così grave, insistere nel voler spendere 2,3 miliardi della Regione per un’opera che non dà ricadute immediate al territorio è un errore. Un errore grave. Che si ripercuoterà su di noi al governo e sulla comunità.
montasio mele
Ho intanto impostato una politica agricola. I numeri sono piccoli, non dobbiamo omologarci, saremmo spazzati via. Il "no" al mais Ogm è il "no" a una coltura uguale in tutto il mondo. Se l’agricoltura FVG vuole resistere ed esistere ancora deve diventare di qualità, deve essere griffata. Come nella moda si esalta il made in Italy, per l’agricoltura bisogna fare lo stesso. Esaltare il made in Friuli usando la "griffe" del "tipicamente friulano".
Diranno che alza la voce per scongiurare altri tagli al suo settore in Finanziaria.
Sarebbe già un buon motivo. Le cose vanno in linea: più strade meno campi. C’è anche uno spazio fisico di cui discutere la destinazione. 
prosciutto San Daniele uva

Violino, in buona sostanza, anche senza voler forzare l’interpretazione delle sue parole, mette in discussione il modo in cui la Regione ha guardato al sistema delle infrastrutture negli ultimi anni. Non è una questione di Illy o Tondo, né di destra o di sinistra. È una questione ben più generale e profonda e bisogna riconoscere all’assessore lucidità di giudizio. Negli ultimi anni si è investito, o si è tentato di investire, in infrastrutture di vario tipo, cifre enormi, senza che questi investimenti avessero reale ricaduta sui nostri territori.

Questi investimenti sono stati pensati per strade, autostrade, dighe, casse di espansione, ecc.: e il medio Tagliamento, area elettoralmente debole, è stato un bersaglio privilegiato.

Questi investimenti non servono al territorio: cosa diventerebbe il corso del Tagliamento tra Pinzano e Spilimbergo se davvero si dovesse dare il via a quel progetto sciagurato?

casello autostradale
traffico
gas di scarico

E le risorse, in qualsiasi modo quelle opere si vogliano finanziare, sono comunque pubbliche: sia che siano messe in campo dalla Regione direttamente, sia che gli investimenti li facciano i privati che agiscono, per definizione, per il profitto. Con i pedaggi, o con le obbligazioni emesse dalle banche o con interventi obbligati della Regione in caso di fallimento delle imprese temporanee, alla fine saranno comunque i cittadini a pagare. Cambierà solo la forma.

Ma non basta. Ciò che emerge dal ragionamento di Violino è la sostanziale inutilità di buona parte di queste opere, piccole o grandi. Anzi: più sono grandi più sono inutili per i territori su cui gravano, e quindi dannose.
La Regione ragiona da anni sul ruolo strategico del Friuli nello scambio commerciale europeo. Ma… E in Friuli cosa resta? Solo i gas di scarico dei Tir?
E di intermodalità chi parla più? Chi investe su quell’aspetto?

 Le questioni da approfondire sono ancora molte. E il territorio non è inesauribile. O autostrade o vigne.

Cin cin, assessore!

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