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Si sono accorti che la Costituzione è cambiata? 


L’8 febbraio 2022 la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente una proposta di legge volta a inserire la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione. Il testo ha ottenuto 468 voti favorevoli, 1 contrario e 6 astenuti. costituzione1La riforma, che era stata già approvata dal Senatoa novembre 2021, entra subito in vigore e non è sottoponibile a referendum (poiché votata da oltre due terzi del Parlamento).

Tanta unanimità ci rallegra perché le parole con cui viene integrato l’articolo 9 della Costituzione erano, fino a poco tempo fa, patrimonio dei movimenti ambientalisti. Ecco dunque il testo del nuovo articolo 9 (in grassetto le nuove parti). “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Bene. Concetti, sensibilità, parole che ci sono familiari diventano impegno di tutti i cittadini. Le parole fino a ieri scritte nel vento sono ora scritte sulla Carta.

Ma un altro articolo è stato integrato: l’articolo 41. Qui non siamo più nella sezione Principi fondamentali, che comprende i primi 12 articoli, ma nella Parte prima, Diritti e doveri dei cittadini, Titolo terzo, Rapporti economici. L’impegno ambientale non è più soltanto un’opzione di principio, ma diventa un diritto-dovere. Ecco l’articolo 41. “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

Molto bene: si passa dall’elaborazione di un principio all’individuazione concreta dei campi di applicazione. C’è voluto un po’ di tempo, ma il risultato è apprezzabile. Per vedere se il risultato è anche storico bisognerà aspettare e vedere come le modifiche a questi due articoli diventeranno realtà, concreta azione amministrativa e di governo; come i responsabili delle scelte ambientali, a tutti i livelli, dal Governo romano al Comune più periferico le sentiranno proprie e le metteranno in atto.

E qui c’è meno da stare allegri.

piano alluvioniPiù o meno negli stessi giorni veniva reso pubblico (ma perché per accedere serve lo SPID? Non è un’informazione di tutti i cittadini?) l’aggiornamento del Piano di gestione del rischio alluvioni presentato dall’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi orientali. E lì sono previste sia un complesso di casse di espansione a Pinzano (Allegato 5, art.2) sia un ponte-traversa che dovrebbe realizzare un invaso di 18 Mm3, del costo previsto (ora) di 40.000.000 di € (allegato 3). Di fronte alla segnalazione da parte di vari amministratori locali (Pierluigi Molinaro, assessore a Forgaria, e Paolo Menis, consigliere a San Daniele, tra gli altri) della riproposizione della soluzione delle casse d’espansione, vecchia di 30 anni e ripetutamente bocciata, il Consigliere regionale Leonardo Barbero, ha replicato stizzito che qualcuno anziché segnalare eventuali errori nei documenti li usa per fare polemiche in un’ottica poco collaborativa (Messaggero, 22 gennaio, 22). Ma perché se la prende tanto? Non l’ha mica fatto lui il Piano. O sì? E poi: chi lo dice che le casse sono un errore? L’Autorità di bacino? Non risulta. Ma va bene, le casse sono un errore, ci fidiamo di lui, ma… e il ponte traversa? Perché nello stesso articolo l’Assessore Scoccimarro dichiara casse e traversa incompatibili e ingiustificateE dunque?

Ma anche a Latisana c’è un po’ di confusione. Sindaco e Consigliere regionale Maddalena Spagnolo esultano perché nuove norme portano al recupero della capacità edificatoria in quasi tutto il comune. Allora va tutto bene. E allora perché bisognerebbe intervenire a Pinzano? Questo andrebbe chiesto anche al latisanese Angelo Valvason e al pinzanese Erminio Barna che a Spilmbergo hanno presentato la nuova associazione Intesa Laboratorio Spilimbergo e che ripropongono quella che loro definiscono mini-diga. Che sempre diga è.

Qualcosa di interessante c’è nel Piano dell’Autorità di Bacino. Nel sintetizzare le misure preventive del PGRA (p. 24 della Relazione generale), insieme a prevenzione, protezione, preparazione, si parla di ricostruzione e valutazione prossimo evento. Poi si finisce per concentrarsi sul ripristino delle attività e della qualità ambientale, cose peraltro sacrosante e necessarie. Ma ricostruzione e valutazione prossimo evento può voler dire molto di più: può voler dire riflettere su dove si è sbagliato, ipotizzare soluzioni nuove. Può voler dire tornare indietro se la strada intrapresa non conduce da nessuna parte. In altre parti d’Europa lo fanno. In Svizzera, per esempio. Non proprio lo Stato di Peter Pan. Loro li chiamano Progetti di rivitalizzazione. Ecco, fra i tanti, un link: https://www.bafu.admin.ch/dam/bafu/it/dokumente/wasser/ud-umwelt-diverses/gewaesser-aufwerten.pdf

 

P.S. Attenzione che però su un punto Erminio Barna ha ragione: la questione Tagliamento va posta dal Passo della Mauria a Lignano, senza frammentazioni tra alto, medio e basso corso, riva destra e riva sinistra. E questo riguarda le Amministrazione come i Comitati.