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Il mondo imprenditoriale finalmente si occupa/preoccupa del nostro pianeta

sole24Il Sole24 ore del 22 agosto riporta una notizia che può indurre a diverse riflessioni. Ecco il titolo: Esaurite le risorse annuali del pianeta, guadagnato un mese per effetto del lockdown . Le riflessioni sono almeno due.

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La prima. Sembra che ci siamo dimenticati che le risorse del pianeta sono esauribili, anzi in via di esaurimento, anzi che una Terra non basta più. Ce ne vorrebbero due o tre. Ce lo ricorda anche Mario Tozzi sulla Stampa del 23 agosto in un ampio paginone.

La seconda. Quest’anno la pandemia ha causato una contrazione “dell’impronta ecologica dell’umanità”, cioè l’overshoot day, il giorno in cui entriamo in debito con gli ecosistemi naturali, è caduto il 22 agosto, rispetto al 19 luglio dell’anno scorso. Certo non c’è da rallegrarsi di questo ritardo, ma c’è da chiedersi se non si potrebbero raggiungere risultati analoghi grazie a politiche più attente alla sopravvivenza della biosfera.

Ma c’è una terza osservazione possibile. Siamo abituati a pensare che il mondo sia diviso in due schieramenti: da una parte coloro che sono preoccupati per le sorti del pianeta e dall’altra coloro che sono guidati solamente dalla logica del profitto. Molti, troppi, episodi hanno nel corso degli anni corroborato questa impressione. È perciò particolarmente interessante che a occuparsi di temi ambientali sia il Sole24 ore, ma potremmo anche ripensare al discorso di Mario Draghi , ex Presidente di BCE, al meeting di Rimini, di cui riportiamo solo una delle farsi conclusive: “Perciò questo passo avanti –si riferiva Draghi al lungo periodo di pace che ha caratterizzato la seconda metà del Novecento- dovrà essere cementato dalla credibilità delle politiche economiche a livello europeo e nazionale”.

Ecco, la credibilità, e la speranza da far crescere nelle giovani generazioni di un futuro possibile, passa attraverso le scelte delle grandi forze economiche, delle grandi istituzioni finanziarie, dei governi nazionali e regionali. È interessante che di questi temi si occupino anche autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale e finanziario. Si spera lo facciano anche i governi. Anche quelli regionali.