Comitato A.R.C.A. - La pedemontana Rivive!

  • Increase font size
  • Default font size
  • Decrease font size
Home Archivio Notizie Comunicato Stampa 31-7-20
E-mail Stampa PDF

simbolo arca arancione

Comunicato stampa

31 luglio 2020

Con l’ordine del giorno 5 il Consiglio regionale ha dichiarato strategica, fra le altre, la costruzione dell’autostrada Gemona-Cimpello. Cancellata con poche righe una discussione durata anni e studi che hanno fornito dati incontrovertibili circa l’inutilità e la grande dannosità dell’opera.

La prima osservazione riguarda la concezione della democrazia che sottintende questa decisione: presa ancora una volta senza sentire il territorio interessato e con la protervia ignoranza di quella che è stata fino ad oggi una diffusa posizione dei cittadini, sottoscritta –oltre che da migliaia di persone che hanno firmato a suo tempo la petizione consegnata alla Regione– anche da studiosi, tecnici, intellettuali che in quella posizione di salvaguardia del Tagliamento e della Pedemontana orientale si sono pubblicamente riconosciuti.

Chi parla dell’opera lo fa, nel migliore dei casi, senza alcuna cognizione di causa, per raggiungere la quale occorre sobbarcarsi l’oneroso studio di una pletora di ponderosi documenti, in primis lo studio preliminare della Provincia di Pordenone del 2001. Dall’analisi di questi documenti si evince che l’opera, nel percorso attraverso la valle del Tagliamento deciso dai successivi governi regionali, esce dai parametri di legge per le emissioni (in particolare ossidi di di azoto NOx e PM10), impatta su 5 siti di interesse comunitario, 1 riserva naturale, 3 biotopi, 1 area di riferimento e 3 di interesse ambientale, crea manufatti (da 5 metri di altezza fino a 16) esiziali per la conservazione del paesaggio così come previsto dall’art. 9 della costituzione, inserisce nell’ambiente barriere che compromettono la continuità del territorio (in particolare per la fauna), determina un enorme accrescimento del disturbo da rumore (oltre la classe III) stante la morfologia del territorio attraversato, si sviluppa in una zona geologicamente fragilissima (colline di Castelnovo e Pinzano), non è sostenibile economicamente perché ipotizza un numero inverosimile di passaggi giornalieri (23.000 inizialmente e 52.000 a regime, laddove oggi a Pontebba la somma dei passaggi fra SS13 e A23 è di 22.000 circa!), comporta risparmi di percorrenza risibili (da Montecchio –sulla A4 presso Vicenza– a Gemona 11 km di meno: gli unici vantaggi riguardano una percentuale residua di traffico tra Pordenone e Gemona, decisamente troppo poco nell’ottica costi/benefici).

E poi si dovrebbe parlare di questioni più generali: sembra del tutto assente dalle valutazione di chi ci governa, chiuso nei suoi palazzi, quanto sta accadendo nel mondo. L’impegno a ridurre le emissioni, quello a risparmiare un territorio che in Italia è il più sfruttato d’Europa, quello a sviluppare una politica dei trasporti che sottragga traffico alla gomma, le problematiche del cambiamento climatico e via discorrendo. E va in direzione ostinatamente contraria ai progetti di sviluppo della pedemontana friulana basati sul rilancio della ferrovia Gemona-Sacile, sul connesso rilancio e sviluppo del turismo nel rispetto della bellezza unica di questi luoghi.

Ci sarebbe ancora molto da illustrare ma qui lo spazio non ce lo permette. Perché come sempre l’ignoranza e gli interessi inconfessabili della politica non sono in grado di affrontare con razionalità e in modo scevro da inquinamenti ideologici questioni che sono di grande complessità, riducendo a una tragica semplificazione le prospettive e la qualità di vita di tanti friulani.