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Alcune considerazioni

Ci sono giunte alcune considerazioni che pubblichiamo

Punto 1
È ripartita la proposta dell’Autostrada Cimpello-Sequals-Gemona. È vero, ma mi pare un’iniziativa molto pordenonese, sostenuta da Agrusti da una parte e da Sonego… dalla stessa parte (alla faccia dei liberi e anche degli uguali). Ora non mi pare che Sonego conti più un granché: all’incontro di qualche mese fa a Lestans facevano brutta mostra di loro stessi vecchie facce note (dei più svariati schieramenti) superate dai fatti e dalle nuove generazioni. Quanto ad Agrusti, mi sembra in grande movimento, un movimento direttamente proporzionale alla sua progressiva irrilevanza politica. La signora Danieli gli va dietro a livello di dichiarazioni, ma non mi sembra così impegnata. D’altra parte la Danieli, intesa come fabbrica, un’autostrada ce l’ha a due chilometri. E questo vale per buona parte delle aziende udinesi. E sapete come va: prima gli italiani, e poi prima i friulani, e poi prima gli udinesi e poi, e poi, e poi… Non mi pare che Riccardi si stia dando molto da fare sulla questione. E questo è rassicurante. Non vedo neanche uno sbracciarsi delle imprese e delle banche, che poi è il vero motivo per cui il piano è fallito 10 anni fa. I soldi non ci sono o se ci sono dovrebbero essere quelli dello Stato, o della Regione e la miliardata, come l’ha definita Sonego, non si trova con così grande facilità, dati i tempi di rientro dell’investimento che tutti conosciamo. Mi pare che i concessionari di autostrade abbiano oggi altre urgenze. Questo non vuol dire rilassarsi, piuttosto stare attenti soprattutto (non solo) ad altre priorità.

Punto 2
Mi pare più preoccupante la ripresa di discorsi attorno alla traversa di Pinzano, che poi gira e remena dovrebbe essere una diga. Mobile? Chissà. Comunque, nuove tecnologie o meno, a monte andrebbe sotto tutto fino a 30/40/50 metri rispetto alla quota attuale del fiume a Pinzano. Che ci sia della follia nel progetto è chiaro e non sto qui a spiegarlo a voi. Però c’è un problema, questo sì vero. A Latisana vanno sotto, o rischiano di andarci a ogni pioggia consistente e a ogni spirar di scirocco. Si risolve tutto con il canale scolmatore del Cavrato? No. Tanto è vero che è esondato anche a metà novembre. Se esonda il canale scolmatore c’è qualcosa che non va. A monte. C’è poco da fare. Quanto a monte? Per quali ragioni? La questione riguarda tutto lo scorrimento delle acque di superficie dalla pedemontana alla bassa e richiederebbe uno studio complessivo e serio che non mi pare sia a nostra disposizione. Io, che non sono un ingegnere idraulico, lo sintetizzo così: servono a monte quelle casse di espansione che hanno laminato di fatto piene importanti dovute a violente precipitazioni. Queste casse si chiamavano, e si chiamano, fossi. Con una sezione di 2 m per 2, per chilometri di ramificazione, fanno milioni di metri cubi. Bisogna tornare indietro e ripristinarli? Sì. E sarebbe una grande opera. Complicata, non c’è dubbio, ma utile, vantaggiosa, sociale. Un lavoro pubblico. In Engadina, in Svizzera non in un rivoluzionario paese dedito alla decrescita felice, nella zona di Müstair, a pochi passi dal confine con la Val Venosta avevano rettificato il torrente Rom. Poi si sono accorti di aver sbagliato e hanno ripristinato i meandri (che rallentano il flusso delle acque eccetera) e lo scrivono in evidenti e leggibilissimi pannelli illustrativi. Oggi, dal 2010, la Val Müstair, il Parco Nazionale Svizzero e parti del comune di Scuol costituiscono la prima Biosfera alpina UNESCO della Svizzera. Si può fare con ottimi benefici.

Punto 3
In un inserto Album di Repubblica, dedicato al Trentino, ci sono due articoli interessanti. Il primo ci racconta che le due Province (due province: provate a immaginare Udine e Pordenone) di Trento e Bolzano si sono messe d’accordo per limitare, per tre anni in via sperimentale, la velocità sull’autostrada del Brennero (non su quel troi che sarebbe la Cimpello-Gemona) a 100 km/h su un tratto di 10 chilometri a cavallo delle due Province, superando l’iniziale contrarietà di autotrasportatori, pendolari, eccetera. Ma… il tasso di incidentalità su quella tratta non è mai stato così basso; l’emissione di inquinanti è stata ridotta del 10%. Un trafiletto in un altra pagina ci dice anche che dopo il successo del percorso ferroviario diretto Trento-Milano in occasione dell’Expo, si sta pensando di realizzare un collegamento permanente. Ecco, io credo che questi siano terreni sui quali studiare, lavorare, costruire consenso crescente attorno a una visione di futuro e a un’associazione nata sull’opposizione a un’autostrada ma che deve ampliare i propri orizzonti. Non lo dico io per primo. Mi dichiaro solamente d’accordo. In realtà tutto l’inserto andrebbe riletto in relazione a quello che potrebbe essere un Friuli più dinamico e meno acciambellato sulla sua friulanità dichiarata e alla fin fine poco praticata. C’è da pensare a una nuova idea di sviluppo sostenibile di cui possiamo essere partecipi insieme a molti altri, altri che non abbiano come primo punto del loro statuto mentale il sovranismo della propria associazione. Ci vogliono esperti, tecnici e militanti, giovani e anche meno, disposti ciascuno a mettere una pietra. E anche qualcuno che abbia energia da spendere lì. Noi altri seguiremo.