Giovedì 27 Dicembre 2012 08:53 comitato-arca.it
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Cresce il numero di persone che manifestano dubbi sul progetto autostradale CimSeGe

L'interesse per la posizione del Comitato ARCA contro il progetto autostradale Cimpello-Sequals-Gemona si allarga ancora. Dopo il video prodotto da alcuni studenti dell'Università di Udine, dopo le osservazioni inviateci da un urbanista, dopo l'appoggio avuto da parte di varie associazioni nazionali, siamo stati contattati per un'intervista da una studentessa che sta facendo un master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste.

Questa la sua spiegazione sul motivo per cui avesse scelto questo argomento piuttosto che un'altro per il suo elaborato:
"il motivo che mi ha spinto a scegliere di sviluppare un articolo sulla Cimpello-Sequals-Gemona è che questo progetto rappresenta un esempio a elevato rischio economico e ambientale e dubbia utilità. In particolare mi interessava anche l'impegno del Comitato che si è proposto come soggetto di dialogo con le istituzioni e anche come fonte d'informazione per i cittadini".

Le motivazioni addotte paiono molto interessanti in quanto ancora una volta persone esterne al Comitato e non della pedemontana friulana (non  sospettabili di Nimby quindi) non solo evidenziano problematiche presentate dal progetto autostradale rilevate anche da ARCA ma riconoscono l'impegno del Comitato per informare la popolazione.

Di seguito riportiamo l'elaborato che gentilmente ci è stato inviato.

 

Un'autostrada dell'azzardo?

Silvia Gerola
12 giugno 2012

Dopo l'incontro organizzato all'Università di Udine con Salvatore Settis il 24 maggio scorso sul tema del degrado ambientale, il Comitato Arca (Assieme resistiamo contro l'autostrada) si sta impegnando per preparare, in collaborazione con Radio Onde Furlane, il secondo concerto sul Tagliamento il 26 agosto.

Il Comitato, che si oppone alla costruzione del raccordo autostradale tra la A28 (Portogruaro-Conegliano-Treviso) e la A23 (Palmanova-Tarvisio), continua nella sua opera di informazione, organizzando banchetti e incontri, dopo aver consegnato le 4.500 firme già raccolte alla Regione. Il Comitato Arca punta il dito contro i rischi che la realizzazione dell'opera comporta. I problemi, secondo i membri del Comitato, sono di natura ambientale ed economica. I primi sono messi in evidenza non solo dal Comitato ma anche dalla stessa Regione, che nella sua documentazione ammette che il progetto avrà un consistente impatto ambientale. La vicepresidentessa del Comitato Arca, Lucia D'Andrea, ricorda che il Tagliamento è oggetto di studio per la sua valenza dal punto di vista naturalistico ed esprime preoccupazione per gli effetti che la costruzione avrebbe non solo sul fiume ma anche sull'inquinamento della Val dArzino una valle chiusa, da cui lo smog non esce più.

Più complessi da delineare i rischi di natura economica. Il raccordo verrà costruito in project financing, le imprese che si occuperanno della realizzazione finanzieranno il progetto (costo presunto circa 975 milioni di euro) e avranno diritto alla gestione della strada per il tempo necessario a rientrare nei costi. Tempi previsti: 5 anni per la costruzione, 50 anni per la gestione. I proventi per le aziende costruttrici deriveranno dai pedaggi pagati dagli autoveicoli una volta che la tratta entrerà a regime. Il progetto sembra sicuro dal punto di vista economico per la Regione: il denaro è sborsato dalle aziende che vincono l'appalto a cui spetta il compito di rientrare nelle spese. Ma, come viene fatto notare dal Comitato Arca, se nella delibera regionale del 2009 la Regione afferma che tutti i rischi sono a carico del promotore, nel successivo piano di fattibilità non viene escluso un contributo finanziario regionale nel caso in cui ci siano modifiche alle condizioni di mercato (volumi di traffico).

Il calcolo del pedaggio e del flusso di traffico, a nostro giudizio, è frutto di un'operazione matematica dice Lucia D'Andrea che aggiunge, non è pensabile che il traffico, come scritto nei documenti della Regione, passi da 23.000 veicoli giornalieri all'apertura a 53.000 alla conclusione del cinquantennio. Nel piano di fattibilità, infatti, la Regione presuppone che il traffico lungo il futuro raccordo aumenti nei prossimi 54 anni di ben oltre il 2% annuo (dal 3.5% iniziale all'1.6% finale), partendo da un valore minimo di circa 23.000 veicoli al giorno sulla tratta Cimpello-Gemona. Il valore è ritenuto non verosimile dai membri di Legambiente che, per dare una stima, spiegano che l'attuale traffico sulla strada Pontebbana all'altezza di Tricesimo è di circa 22.000 veicoli al giorno, e che dal 2007 il traffico è diminuito di una media di oltre il 4% annuo. L'analisi dei flussi di traffico compiuta da Legambiente e ripresa dall'Arca è però ferma allo studio di fattibilità del 2009. Le proposte delle cordate presentate in Regione non sono disponibili e non è quindi possibile costruire una stima alla luce dei dati previsti dai partecipanti al bando che differiscono dalle imprese che hanno proposto il progetto.

Difficile immaginare cosa succederà nei prossimi 50 anni, soprattutto per quanto riguarda l'andamento demografico e le dinamiche economiche del territorio. Se le cordate non dovessero rientrare nei costi cosa succederebbe? La Regione, ente pubblico, sarà probabilmente obbligato a coprire le spese. Per quanto riguarda le infrastrutture ci sono due strade possibili, scegliere di fare investimenti oculati o rischiare di aprire dei conti che, volenti o nolenti, qualcuno dovrà pagare. La Regione è in grado di sobbarcarsi questo rischio?