Martedì 28 Febbraio 2012 16:53 comitato-arca.it
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Di cosa ci accusano, cosa affermano. Riflessioni

I favorevoli all'autostrada Cimpello-Sequals-Gemona sostengono che la loro posizione è vincolata ad alcune richieste a cui l'opera autostradale deve sottostare: "non deve essere impattante per l'ambiente e per la salute dei cittadini e deve essere al servizio della popolazione". Ci pare di poter dire che se sull'utilità dell'opera si può discutere altrettanto non si può fare per le prime due condizioni. Come potrebbe infatti un'autostrada non essere impattante sull'ambiente e non incidere sul benessere inteso come salute dei cittadini? Essere favorevoli a un'autostrada e avere queste clausole è un ossimoro, le due cose non possono coesistere!

C'è chi si dice "preoccupato per il notevole impatto ambientale e per l'isolamento della zona che l'opera potrebbe provocare" ma si accontenta di chiedere il minor impatto ambientale possibile e uno svincolo in Val d'Arzino per dare il suo consenso 

ingrandisci immagineViene da chiedersi se questi amministratori si siano letti anche solo parte dei documenti della Regione che trattano del progetto autostradale e quelli della provincia di Pordenone sull'impatto ambientale dell'opera. Perché se così fosse, e ne parlassero comunque in questi termini, non sembra credibile lo facciano per il bene della popolazione.

La cittadinanza poi dovrebbe sentirsi preoccupata, se non offesa, da certe affermazioni in quanto se fosse vero che "una volta che sarà individuato il concessionario ci sarà spazio per trovare le soluzioni al fine di andare incontro alle istanze del territorio" significherebbe che il concessionario cioè il vincitore dell'appalto per il raccordo autostradale non sarebbe stato scelto in base alla presentazione di un progetto migliore rispetto al suo concorrente ma secondo altri criteri che non sarebbero quelli di un bando di gara. Se invece, come auspicabile, il vincitore è l'impresa che meglio ha risposto ai requisiti del bando, certamente non ci sarebbe più margine per modifiche rilevanti. Il progetto presentato, con un tracciato già definito nel percorso, nella tipologia (viadotti, gallerie, rilevati, trincee) e nei costi, non potrà certo essere modificato a piacimento nemmeno della stessa Regione in quanto ciò stravolgerebbe il progetto del vincitore e l'impresa concorrente potrebbe chiedere l'annullamento della gara per il cambio delle carte in tavola a gioco iniziato. Non è poi scontato che la ditta vincitrice sia disposta ad accollarsi ulteriori spese di progettazione necessarie per modificare la propria proposta originale.

Tutti i nostri amministratori dovrebbero rendersi conto che la popolazione che dicono di rappresentare non è così ingenua e non è disposta a farsi considerare tale. Quindi smettiamola di sostenere, di assicurare "che ci sarà un serio dibattito con gli enti locali interessati dall'opera per soddisfare le richieste e le esigenze del territorio" perché questa affermazione non è credibile, chiunque voglia rifletterci se ne accorge e fortunatamente le persone in cui si sta riaccendendo il senso critico sono in aumento.

doc-piano regionaleAlcuni sostengono che sarebbe "un errore dire no preventivamente...". Un'accusa che viene spesso mossa al comitato ARCA è quella appunto di dire no a priori, di non sapere di cosa sta parlando, di discutere "sul nulla". Vorremmo per l'ennesima volta ribadire che se gli amministratori locali e regionali considerano come "il nulla" i documenti del Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità delle merci e della logistica - che presumibilmente hanno contribuito a scrivere - e liquidano come "il nulla" anche i documenti allegati al bando di gara europeo per l'assegnazione della progettazione, costruzione e gestione del raccordo autostradale in cui vengono fissati dei precisi 'paletti' all'opera da progettare (come specificato nel Disciplinare di Gara), risulta difficile capire su cos'altro si dovrebbe discutere. Non è che forse stanno cercando di tranquillizzare le persone, di tenerle all'oscuro, di far credere che nulla è ancora deciso, nella speranza di farci perdere di vista la finestra temporale della procedura di gara entro la quale gli interessati possono manifestare la propria contrarietà all'esito della gara?

"Farsi portatori delle istanze del territorio al fine di avere le massime compensazioni possibili a ripagare il disturbo che l'opera provocherebbe al territorio e a chi ci vive". Quale compensazione potrebbe ripagarci? Fingiamo per un momento che le compensazioni di cui si sta parlando non siano delle semplici riduzioni sul pedaggio, che ricordiamo sono sempre limitate nel tempo e nello spazio (valgono solo per un certo numero di anni e per un dato chilometraggio poi il pedaggio si paga per intero), fingiamo di credere che ci siano delle compensazioni economiche non per i singoli cittadini ovviamente ma per le amministrazioni, che prezzo vogliamo dare al nostro territorio e alla nostra salute? Non c'è forse un detto che recita: "la salute non ha prezzo"? Ma supponiamo ancora che non sia così: allora, visto che il "disturbo" sarebbe continuo e per sempre, bisognerebbe che anche la compensazione lo fosse. Ogni singolo cittadino dovrebbe percepire un rimborso giornaliero finché vive e anche questo forse non sarebbe sufficiente, ogni nuovo nato dovrebbe percepirlo per tutte le generazioni future visto che un'autostrada, una volta fatta, è per sempre.

A meno che non crolli da sé perché costruita lesinando sul cemento, come si è visto in un servizio de Le Iene (puntata del 2 febbraio) su Impregilo e Condotte... a quel punto per sempre ci saranno solo le rovine ma comunque per sempre!